Alitosi
L’imbarazzo dell’alito pesante
Con il termine alitosi (o foetor ex ore, o bromopnea) o, più comunemente, alito cattivo si intende generalmente l’odore sgradevole o spiacevole dell’aria emessa attraverso la bocca.
L’alitosi può interessare tutte le persone e può avere serie implicazioni psicologiche personali e sociali; infatti, spesso rappresenta causa di preoccupazione e disagio non solo in chi ne soffre, ma anche in chi ne percepisce la presenza.
L’alitosi può manifestarsi saltuariamente, configurandosi come un fenomeno parafisiologico correlato ad alcuni momenti della giornata; in altri casi, l’alitosi è presente sempre, rappresentando un fenomeno patologico dovuto ad affezioni della bocca o di altre parti del corpo.
Quali sono le cause dell’alitosi?
Nella maggior parte dei casi l’alitosi è dovuta a un’igiene orale non corretta. Nel cavo orale i siti che hanno una importante colonizzazione batterica e che maggiormente contribuiscono alla produzione di composti chimici maleodoranti e volatili che causano alitosi sono il dorso della lingua e i solchi gengivali o le tasche parodontali.
Altri fattori da cui può dipendere l’alitosi sono:
- carie dentaria, protesi e ricostruzioni dentarie incongrue, gengiviti e parodontiti, xerostomia;
- consumo di alimenti e bevande alitogeni (aglio, cipolla, particolari spezie aromatiche, alcuni formaggi, caffè, birra, vino e alcolici);
- fumo di tabacco (sigarette, pipa, sigari, tabacco da fiuto e da masticare);
- farmaci antistaminici, antidepressivi, diuretici e ansiolitici;
- malattie sistemiche (diabete mellito, epatopatie gravi, insufficienza renale cronica);
- disturbi digestivi causati da cattiva alimentazione, sinusiti e tonsilliti;
- periodi di digiuno, che comportano una minore produzione di saliva, con conseguente diminuzione delle capacità di detersione della saliva.
Modalità di trattamento dell’alitosi
Quando si ritiene che l’alitosi possa essere di origine extraorale, è il medico curante o un opportuno specialista a dover impostare una terapia adeguata, ma, poiché nell’85% dei casi l’alito cattivo ha origine nella bocca, l’odontoiatra rappresenta la prima figura specialistica a cui il paziente si rivolge.
La valutazione clinica odontostomatologica del paziente affetto da alitosi prevede la raccolta di una accurata storia clinica e l’esame obiettivo del cavo orale al fine di verificare la presenza di possibili cause di pertinenza odontoiatrica. Dopo aver fatto ciò, ed in relazione a quanto trovato, si sceglie la strategia terapeutica da adottare per la soluzione del problema alitosi:
- correzione dell’alimentazione, se questa prevede l’ingestione di sostanze in grado di favorire l’alitosi;
- miglioramento delle manovre di igiene orale domiciliare (oltre ai denti, ricordarsi di pulire anche la superficie dorsale della lingua; utile, inoltre, l’utilizzo di colluttori antisettici);
- trattamento delle condizioni patologiche orali e dentoparodontali, se rilevate;
- riduzione dei periodi di digiuno durante la giornata (si consiglia il consumo di gomme da masticare o di caramelle senza zuccheri fermentabili);
- controlli periodici ed esecuzione dell’igiene orale professionale.
Il ruolo dell’odontoiatra nel delineare un appropriato piano di cura dell’alitosi ha risvolti positivi sia a livello umano, perché in grado di migliorare l’autostima del paziente, sia a livello sanitario, perché in grado di fornire un contributo importante alla promozione della salute orale.
Riferimenti bibliografici
Scully C, ElMaaytah M, Porter S, Greenman J. Breath odor: etiopathogenesis, assessment and management. European Journal of Oral Sciences 1997; 105: 287293